lunedì 28 marzo 2016

La Via Crucis fino alla Resurrezione: dal Venerdì Santo alla Veglia di Pasqua

Monica Romano

Sono continuati con intensità e attesa i momenti del Triduo Pasquale nella comunità di Santa Maria ai Monti e con gli amici, i giovani e le persone a me care con cui ho condiviso questi giorni. 

Venerdì Santo, alle ore 19:30, don Francesco ha presieduto in parrocchia la Liturgia della Croce. Con una celebrazione solenne ed essenziale nello stesso tempo, accompagnata dai canti del coro, abbiamo prima atteso i sacerdoti in silenzio, poi ascoltato le letture e infine adorato la croce prima di accostarci alla Comunione consacrata nel Giovedì Santo e riposta nell’Altare della Reposizione. Dopo la Messa, con don Francesco e Monica, di corsa alla Via Crucis al Colosseo, come ormai avviene dal 2003. 







Inutile negare che eravamo un po' preoccupati sul fronte sicurezza. Nel pomeriggio avevamo fatto un salto nei dintorni del Colosseo per vedere un po’ la situazione. Ci ha colpito la professionalità e gentilezza delle forze dell’ordine e la perfetta organizzazione dei vari “blocchi” intorno al Colosseo. Anche la pazienza dei romani. C’era una signora che candidamente chiedeva alla polizia: “Da qui non si può passare? Siamo sicuri che posso arrivare a casa da Via Cavour?”. Spesso sentiamo critiche a Roma e ai romani. Chi come me vive in questa meravigliosa città conosce bene i problemi e non li nega, anzi spesso cerca di “denunciarli”, “affrontarli” nel modo possibile. Nello stesso tempo, bisogna tenere presente che Roma non è una città come le altre, che per le sue bellezze ed essendo il cuore della cristianità, e’ sottoposta a continue sfide e “pressioni” sotto diversi punti di vista. Di fronte a tutto questo e ai problemi che ci sono mi sembra che i romani mostrino grande apertura e pazienza.

Ci siamo incamminati dalla parrocchia verso il Colosseo per la Via Crucis un po’ più tardi del solito – non riusciamo mai ad arrivare puntuali perché la Liturgia della Croce in parrocchia termina sempre  intorno alle 21. Quest’anno alcuni cari amici che sono sopraggiunti ci hanno trattenuto, quindi siamo partiti con ulteriore ritardo. Lungo il cammino ci ha fatto piacere vedere che c’era tanta gente e apparentemente non sembrava vi fosse tensione per i recenti accadimenti terroristici. Tanta gente, in mezzo alla strada dove trovava un posto per seguire questo pio rito, pregava silenziosamente e intensamente. Davvero una bella immagine dei cristiani e del modo di vivere questi giorni che sono il centro della nostra fede. Non siamo riusciti ad entrare nel nostro ormai solito posto. C’era molta fila e i controlli erano giustamente serrati. Essendo già alla settima stazione, abbiamo preferito tornare indietro e anche noi “appostarci” lungo la strada in un punto dove potevamo vedere la croce e il Papa di fronte e a noi. Tramite il cellulare ci siamo collegati in diretta streaming per ascoltare la lettura delle stazioni e aprire il libretto con le meditazioni quest’anno affidate al Cardinale Baldisseri, arcivescovo di Perugia e Città della Pieve (http://bit.ly/1PrbeU6). Il discorso finale di Papa Francesco e’stato letteralmente straordinario. Mi è sembrato particolarmente lungo rispetto al solito, ha parlato delle tante croci di oggi (http://bit.ly/1XWuhvN). 











Sabato santo e’ tradizionalmente giornata di grande silenzio. Le varie cose da organizzare in parrocchia spesso mi impediscono di vivere pienamente questa dimensione del silenzio. Ma poi mi rendo anche conto che e’ anche e soprattutto una questione di stato interiore. Il pomeriggio verso le 15 mi sono incontrata in parrocchia con Rob che per un’oretta mi ha aiutato a impostare i fiori sull’altare centrale. Mi ci sono volute poi due ore e mezza per sistemArlo tutto, dopo aver fatto numerosi tentativi e cambiamenti. Trattandosi del fiori utilizzati il Giovedì Santo per l’Altare della Reposizione, alcuni cominciavano a dare segni di “appassimento” o quantomeno “sofferenza”. Quindi li abbiamo dovuti bagnare o addirittura innaffiare. Oltre le composizioni floreali disposte sull’altare e ai lati del tabernacolo, ho disposto le meravigliose piante portate dai parrocchiani vicino la croce e il cero Pasquale. Un lavoro a parte ha necessitato il fonte battesimale. Con un po’ di fantasia e degli stratagemmi e’ venuta fuori una bella decorazione. A mio avviso ancora più necessaria perché durante la Veglia si è celebrato il battesimo di un bambino. 








Verso le 18 mi ha raggiunto Monica e insieme abbiamo organizzato con don Francesco i momenti di accensione delle luci in chiesa durante la Veglia, fatto provare a don Francesco le litanie dei santi e finito di preparare i libretti della Veglia e dei canti. Abbiamo anche dovuto risolvere un problema non da poco – un errore nella stampa dei libretti difficile da rimediare essendo ormai sera di sabato e molte copisterie chiuse o con macchine fotocopiatrici rotte (!). Grazie a Dio ci hanno dato una mano i nostri fratelli maroniti del Libano e così siamo almeno riusciti a stampare i libretti dei canti per il coro e le litanie dei Santi per don Francesco. Sono stata molto felice di poter aggiungere alle litanie il Beato Paolo VI e i genitori di Santa Teresina -  Luis e Zelie Martin – proclamati santi da Papa Francesco durante il Sinodo della famiglia a ottobre 2015. 

Come da tradizione, la Veglia e’ iniziata fuori dalla chiesa con la benedizione del fuoco. La comunità e’ entrata in processione con le candele accese dal cero Pasquale, scandita dalle tre invocazioni del Lumen Christi intonate da don Ermanno. Don Francesco ha letto la splendida preghiera dell’Exultet accompagnato da un delicato suono d’organo da Susanna. Si sono susseguite poi tutte le letture dall’Antico Testamento e i Salmi in parte cantati dal coro fino al Gloria, durante il quale abbiamo acceso le candele e le luci dell’altare mentre suonavano le campane. La chiesa si è finalmente tutta illuminata al canto dell’Alleluja, con il quale abbiamo proclamato la Resurrezione di Cristo. Come accennavo, durante la Messa si è anche tenuto un Battesimo di un bambino, Francesco. Un nome, una garanzia, ha notato don Francesco: e’ il nome del Papa e anche quello del parroco!
















C’era tanta gente alla Messa e tutti hanno partecipato con intensità e fino alla fine. Il coro ha intonato i canti con grande fervore, amore e gioia, cercando di fare il meglio possibile per animare la celebrazione e favorire la preghiera della comunità. Non potevamo non concludere con il Regina Coeli, cui poi abbiamo fatto seguire un canto sulla Resurrezione a due voci, che ben rendeva il nostro stato d’animo e che  inizia così : “Che gioia ci hai dato, Signore del Cielo, Signore del grande universo”. Ancora per qualche ora dopo la Messa e poi stamattina, con il coro, il nostro gruppo di "giovani-adulti" e don Francesco ci siamo scambiati messaggi di auguri. Tutti sentivamo forte,  a notte fonda e nonostante la stanchezza per le tante attività, la gioia cristiana, la fede nella Resurrezione che vince la morte con l’amore. 






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