lunedì 28 marzo 2016

La Settimana Santa e Pasqua in una comunità della Cina

Riceviamo e pubblichiamo una testimonianza su come ha vissuto il Venerdì Santo e la Veglia di Pasqua una comunità cattolica nella provincia dell'Hubei. Ci scrive il sacerdote don Paolo Zhang, che con gioia ci comunica che durante la Veglia sono stati celebrati quattro battesimi. Rimaniamo in unione di preghiera con gli amati fratelli della Chiesa in Cina, cui siamo grati per la testimonianza di fede e di vita. 

We receive and post a witness about a Catholic community in Chinese Hubei province. The photos were sent to us by fr. Paolo Zhang, who presided the liturgical celebration of the Good Friday and the Easter Vigil Mass on Saturday night, during which four baptisms were celebrated. We are most grateful to our dearest brothers and sisters of the Church in China for their witness of faith and life.

Foto: P. Zhang/ConAltriOcchi










La Via Crucis fino alla Resurrezione: dal Venerdì Santo alla Veglia di Pasqua

Monica Romano

Sono continuati con intensità e attesa i momenti del Triduo Pasquale nella comunità di Santa Maria ai Monti e con gli amici, i giovani e le persone a me care con cui ho condiviso questi giorni. 

Venerdì Santo, alle ore 19:30, don Francesco ha presieduto in parrocchia la Liturgia della Croce. Con una celebrazione solenne ed essenziale nello stesso tempo, accompagnata dai canti del coro, abbiamo prima atteso i sacerdoti in silenzio, poi ascoltato le letture e infine adorato la croce prima di accostarci alla Comunione consacrata nel Giovedì Santo e riposta nell’Altare della Reposizione. Dopo la Messa, con don Francesco e Monica, di corsa alla Via Crucis al Colosseo, come ormai avviene dal 2003. 







Inutile negare che eravamo un po' preoccupati sul fronte sicurezza. Nel pomeriggio avevamo fatto un salto nei dintorni del Colosseo per vedere un po’ la situazione. Ci ha colpito la professionalità e gentilezza delle forze dell’ordine e la perfetta organizzazione dei vari “blocchi” intorno al Colosseo. Anche la pazienza dei romani. C’era una signora che candidamente chiedeva alla polizia: “Da qui non si può passare? Siamo sicuri che posso arrivare a casa da Via Cavour?”. Spesso sentiamo critiche a Roma e ai romani. Chi come me vive in questa meravigliosa città conosce bene i problemi e non li nega, anzi spesso cerca di “denunciarli”, “affrontarli” nel modo possibile. Nello stesso tempo, bisogna tenere presente che Roma non è una città come le altre, che per le sue bellezze ed essendo il cuore della cristianità, e’ sottoposta a continue sfide e “pressioni” sotto diversi punti di vista. Di fronte a tutto questo e ai problemi che ci sono mi sembra che i romani mostrino grande apertura e pazienza.

Ci siamo incamminati dalla parrocchia verso il Colosseo per la Via Crucis un po’ più tardi del solito – non riusciamo mai ad arrivare puntuali perché la Liturgia della Croce in parrocchia termina sempre  intorno alle 21. Quest’anno alcuni cari amici che sono sopraggiunti ci hanno trattenuto, quindi siamo partiti con ulteriore ritardo. Lungo il cammino ci ha fatto piacere vedere che c’era tanta gente e apparentemente non sembrava vi fosse tensione per i recenti accadimenti terroristici. Tanta gente, in mezzo alla strada dove trovava un posto per seguire questo pio rito, pregava silenziosamente e intensamente. Davvero una bella immagine dei cristiani e del modo di vivere questi giorni che sono il centro della nostra fede. Non siamo riusciti ad entrare nel nostro ormai solito posto. C’era molta fila e i controlli erano giustamente serrati. Essendo già alla settima stazione, abbiamo preferito tornare indietro e anche noi “appostarci” lungo la strada in un punto dove potevamo vedere la croce e il Papa di fronte e a noi. Tramite il cellulare ci siamo collegati in diretta streaming per ascoltare la lettura delle stazioni e aprire il libretto con le meditazioni quest’anno affidate al Cardinale Baldisseri, arcivescovo di Perugia e Città della Pieve (http://bit.ly/1PrbeU6). Il discorso finale di Papa Francesco e’stato letteralmente straordinario. Mi è sembrato particolarmente lungo rispetto al solito, ha parlato delle tante croci di oggi (http://bit.ly/1XWuhvN). 











Sabato santo e’ tradizionalmente giornata di grande silenzio. Le varie cose da organizzare in parrocchia spesso mi impediscono di vivere pienamente questa dimensione del silenzio. Ma poi mi rendo anche conto che e’ anche e soprattutto una questione di stato interiore. Il pomeriggio verso le 15 mi sono incontrata in parrocchia con Rob che per un’oretta mi ha aiutato a impostare i fiori sull’altare centrale. Mi ci sono volute poi due ore e mezza per sistemArlo tutto, dopo aver fatto numerosi tentativi e cambiamenti. Trattandosi del fiori utilizzati il Giovedì Santo per l’Altare della Reposizione, alcuni cominciavano a dare segni di “appassimento” o quantomeno “sofferenza”. Quindi li abbiamo dovuti bagnare o addirittura innaffiare. Oltre le composizioni floreali disposte sull’altare e ai lati del tabernacolo, ho disposto le meravigliose piante portate dai parrocchiani vicino la croce e il cero Pasquale. Un lavoro a parte ha necessitato il fonte battesimale. Con un po’ di fantasia e degli stratagemmi e’ venuta fuori una bella decorazione. A mio avviso ancora più necessaria perché durante la Veglia si è celebrato il battesimo di un bambino. 








Verso le 18 mi ha raggiunto Monica e insieme abbiamo organizzato con don Francesco i momenti di accensione delle luci in chiesa durante la Veglia, fatto provare a don Francesco le litanie dei santi e finito di preparare i libretti della Veglia e dei canti. Abbiamo anche dovuto risolvere un problema non da poco – un errore nella stampa dei libretti difficile da rimediare essendo ormai sera di sabato e molte copisterie chiuse o con macchine fotocopiatrici rotte (!). Grazie a Dio ci hanno dato una mano i nostri fratelli maroniti del Libano e così siamo almeno riusciti a stampare i libretti dei canti per il coro e le litanie dei Santi per don Francesco. Sono stata molto felice di poter aggiungere alle litanie il Beato Paolo VI e i genitori di Santa Teresina -  Luis e Zelie Martin – proclamati santi da Papa Francesco durante il Sinodo della famiglia a ottobre 2015. 

Come da tradizione, la Veglia e’ iniziata fuori dalla chiesa con la benedizione del fuoco. La comunità e’ entrata in processione con le candele accese dal cero Pasquale, scandita dalle tre invocazioni del Lumen Christi intonate da don Ermanno. Don Francesco ha letto la splendida preghiera dell’Exultet accompagnato da un delicato suono d’organo da Susanna. Si sono susseguite poi tutte le letture dall’Antico Testamento e i Salmi in parte cantati dal coro fino al Gloria, durante il quale abbiamo acceso le candele e le luci dell’altare mentre suonavano le campane. La chiesa si è finalmente tutta illuminata al canto dell’Alleluja, con il quale abbiamo proclamato la Resurrezione di Cristo. Come accennavo, durante la Messa si è anche tenuto un Battesimo di un bambino, Francesco. Un nome, una garanzia, ha notato don Francesco: e’ il nome del Papa e anche quello del parroco!
















C’era tanta gente alla Messa e tutti hanno partecipato con intensità e fino alla fine. Il coro ha intonato i canti con grande fervore, amore e gioia, cercando di fare il meglio possibile per animare la celebrazione e favorire la preghiera della comunità. Non potevamo non concludere con il Regina Coeli, cui poi abbiamo fatto seguire un canto sulla Resurrezione a due voci, che ben rendeva il nostro stato d’animo e che  inizia così : “Che gioia ci hai dato, Signore del Cielo, Signore del grande universo”. Ancora per qualche ora dopo la Messa e poi stamattina, con il coro, il nostro gruppo di "giovani-adulti" e don Francesco ci siamo scambiati messaggi di auguri. Tutti sentivamo forte,  a notte fonda e nonostante la stanchezza per le tante attività, la gioia cristiana, la fede nella Resurrezione che vince la morte con l’amore. 






Conto alla rovescia per la Resurrezione: Giovedì e Venerdi Santo

Monica Romano

Ogni anno aspetto sempre con ansia l’arrivo della Settimana Santa e in particolare del Triduo pasquale. Sono tre giorni intensi, dove riviviamo il cuore della nostra fede con grande intensità e profondità. Anche se c’e’ sempre molto lavoro da fare in parrocchia per organizzare tutto, sono giorni in cui riesco comunque a “fermarmi” e meditare con maggiore silenzio interiore e spirito di ricerca e contrizione i misteri della fede, in particolare il mistero della Croce, della riconciliazione e della Resurrezione di Cristo.

Come negli anni passati, il Signore ci ha fatto la grazia come comunità di vivere bene questi giorni. Don Francesco, parroco di Santa Maria ai Monti a Roma, i sacerdoti che lo aiutano, il coro, i giovani, le suore,  i catechisti, i chierichetti, le famiglie, i bambini – insomma tutti stanno facendo la loro parte affinché tutti celebriamo con intensità la memoria di questi ultimi giorni di Gesù. 

Come da tradizione in parrocchia, domenica abbiamo iniziato la Messa delle Palme dalla piazzetta, arrivando in processione un chiesa. C’era tanta gente, compresi i bambini, che sono stati bravi a cantare perfino qualche canto con il coro essendo seduti vicino a noi perché a causa di alcuni lavori una parte della chiesa non era agibile. 










Martedì e mercoledì le suore e don Francesco si sono attivati per prendere i fiori per l’Altare della Reposizione. Ieri, Giovedì Santo, un gruppetto piccolo ma attivo di noi giovani – Jiana, Rui ed io - ha sistemato i fiori, tutti rigorosamente bianchi con qualche piccola eccezione in rosa. Ci abbiamo messo tanto amore, cura e anche fantasia per valorizzare al meglio quello che avevamo, e con stratagemmi molto molto creativi. Tanti parrocchiani poi con grande generosità e puntualità hanno portato piante fiorite, rivestite in verde e bianco, secondo le indicazioni di don Francesco. Ci ha poi raggiunto l’altra Monica e di nuovo insieme – di fronte a una tazza di tè (purtroppo non cinese però!) – abbiamo preparato le letture e i canti per animare la meditazione fino alla mezzanotte all’Altare della Reposizione, subito dopo la Messa in Coena Domini. Dopo Monica “2”, e’ arrivato anche un altro dei giovani (o “giovani-adulti”, come sarebbe più preciso definire alcuni di noi!) per fare una prova finale dei canti da accompagnare con la chitarra durante la meditazione. Intanto, le signore del coro e Susanna la nostra organista – sempre (o quasi sempre!) puntualissime – si scaldavano la voce e “ripassavano” qualche canto in prepRazione della Messa di prossimo inizio alle 19:30.










Come sempre, la Messa è stata un momento molto bello, ricordando l’immenso dono di Gesù del Suo Corpo per nutrirci spiritualmente e darci un Cibo per la vita eterna e anche l’istituzione del sacerdozio. Non solo quello ministeriale – come notava don Francesco nell’omelia  – ma anche quello che accomuna tutti i battezzati. Secondo le indicazioni recenti di Papa Francesco, da quest’anno il Rito della Lavanda dei piedi e’ stato fatto non più soltanto a 12 uomini in ricordo dei 12 Apostoli, ma a un gruppo di persone, in rappresentanza di un po di tutti. Tra loro i nostri cari Gigi e Isa – Gigi e’ il ben noto Luigi Accattoli, veterano vaticanista del Corriere, ora in pensione, ma sempre prolifico e richiestissimo  scrittore di cose di Chiesa e di papi!



Alla fine della bella Messa ha avuto inizio il momento di silenzio all’Altare della Reposizione. Dopo aver spogliato l’Altare centrale secondo le indicazioni liturgiche e sistemAto le ultime cose sull’Altare della Reposizione grazie all’aiuto di Jiana, Rui e l’immancabile “tuttologa” Pina, intorno alle 21:30 abbiamo iniziato l’adorazione “animata” all’Altare della Reposizione. Monica, Vladimiro e io  intonavamo dei brevi canti – soprattutto di Taize’ – accompagnati dalla chitarra di Vladimiro. Abbiamo anche fatto qualche lettura (San Giovanni Crisostomo, San Colombano, San Giovanni Paolo II, il Beato Paolo VI, là Lumen Gentium) insieme a Rui, e altri giovani e parrocchiani che sono arrivati man mano – Laura, Marili, e Paola del Coro – mentre don Francesco si è reso disponibile per tutto il tempo per le confessioni. Lo abbiamo anche immortalato in una foto adempiere a questo sacro dovere sacerdotale. Ci sono mancati alcuni del gruppo giovani che non potevano essere con noi – Pietro, impegnato nella pastorale in un’altra diocesi, e Rob, anche lui in un’altra parrocchia. Ma sappiamo di essere stati vicini spiritualmente e di aver pregato reciprocamente. Siamo "riusciti" a chiudere la chiesa dopo la mezzanotte e mezza. Ancora tanti, anche giovani, entravano e tanti chiedevano di confessarsi.















Intanto, mia madre e mia zia, come da “tradizione di famiglia”, hanno fatto un pellegrinaggio per alcune chiese antiche di Roma, rimaste aperte fino alla mezzanotte per permettere appunto l’adorazione del Santissimo Sacramento all’Altare della Reposizione. Hanno fatto delle foto, che postiamo per mostrare come è bella e forte questa tradizione, a Roma e nella Chiesa, per enfatizzare la centralità che il Dono eucaristico ha nella vita dei fedeli. La mamma aveva anche preparato qualcosa di caldo e leggero per don Francesco, immaginando che dopo questa lunga maratona e al freddo della chiesa gli avrebbe fatto bene. L'abbiamo condivisa insieme a don Francesco, prima di terminare questa lunga ma bella giornata.















Oggi pomeriggio, Venerdì Santo, e’ giornata di grande silenzio. Gesù muore sulla Croce per noi, vittima dell’ingiustizia e dell’indifferenza del mondo, ma trasformando la sofferenza in un atto d’amore, luminoso, come rifletteva il grande Cardinale Martini in alcune sue meditazioni che abbiamo letto alle 15 durante la Via Crucis in parrocchia. Anche oggi pomeriggio c’era abbastanza gente, anche anziani, nonostante sia evidente che tanti sono partiti e che “del Venerdì Santo non importa tanto a nessuno oggi” – come mi faceva notare don Francesco. 







Tra un’ora sarò di nuovo in parrocchia, per la Liturgia della Croce alle 19:30. Dopo, come ormai avviane dal 2003, di corsa alla Via Crucis al Colosseo presieduta da Papa Francesco. Ringraziamo il Signore di farci vivere così, semplicemente ma con devozione, questi giorni. Per il dono della Sua vita e del Suo Corpo, restando in attesa della Resurrezione.